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Storia Del Campionato Italiano Di Calcio - Stagione 2000-2001 (Racconto)

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Storia del Campionato Italiano di Calcio: Racconto della Stagione 2000-2001

Dopo la gioia della Lazio stavolta fu la parte giallorossa di Roma a trionfare: la società del presidente Sensi infatti, investendo cifre ingenti sul mercato, allestì una squadra altamente competitiva che riuscì ad imporsi e a dominare l'intera stagione.
Il 1º ottobre 2000, alla conclusione delle Olimpiadi di Sydney, partì il nuovo campionato con le solite favorite: la Juventus, le milanesi e le romane, con Parma e Fiorentina nel ruolo di possibili outsiders. All'inizio del torneo la Roma andò in testa alla terza giornata per venire superata la domenica dopo dalle due sorprese di inizio stagione: l'Udinese e l'Atalanta. I friulani rimasero addirittura in vetta da soli alla sesta prima di venire sopravanzati dalla Roma di Fabio Capello e capitan Francesco Totti, che conquistò definitivamente il vertice il 12 novembre. I giallorossi tennero un ritmo impressionante a cui nessuno sembrava poter tener testa. Il 22 dicembre lo scontro dell'Olimpico contro la Juventus terminò a reti inviolate e permise ai capitolini di andare alla sosta natalizia con un rassicurante +6 sui bianconeri secondi. La squadra di Capello riprese però subito la sua marcia e il 5 febbraio diventò campione d'inverno con sei punti di vantaggio sulla Juventus e sulla Lazio campione in carica, che dopo un avvio difficile si propose come accreditata antagonista dei cugini.
I giallorossi continuarono la loro marcia anche nel girone di ritorno mantenendo vantaggi sempre rassicuranti sulle due inseguitrici. Il 1º aprile, quando la Roma andò addirittura a +9 sulla Juventus e +12 sulla Lazio, molti pensarono che il torneo si fosse chiuso in anticipo, ma la domenica dopo i giallorossi crollarono sotto i colpi della Fiorentina e la vigilia di Pasqua impattarono in casa col Perugia, permettendo il recupero delle due inseguitrici. Il 6 maggio a Torino fu in programma lo scontro diretto tra Juventus e Roma con sei punti a dividere le due formazioni: dopo il micidiale doppio vantaggio bianconero del primo tempo, i giallorossi trovarono la forza di rimontare con due gol segnati nell'arco degli ultimi dieci minuti della partita. Molte delle responsabilità caddero sul portiere bianconero, van der Sar, reo di aver incassato il primo gol da lontanissimo, e di non aver trattenuto il secondo. Decisivo, comunque, fu il cambio di regolamenti sugli extracomunitari, deciso proprio alla vigilia del big-match, che permise alla Roma di far entrare Hidetoshi Nakata, che mise a segno il gol del 2-1 e propiziò quello del 2-2, messo a segno da Vincenzo Montella sulla ribattuta di un suo tiro. Anche la Juventus, dal canto suo, avrebbe potuto usufruire di tale cambio, ma il suo "quarto extracomunitario", il brasiliano Athirson, non fu convocato.
Il 27 maggio i pareggi incrociati delle romane contro le milanesi portarono i giallorossi ad un passo dal titolo, anche se la Juventus si era avvicinata a soli quattro punti di distanza. Dopo il pareggio del San Paolo alla penultima giornata, il 17 giugno la Roma, spinta da un Olimpico gremito come non mai (allo stadio vennero sventolate più di 30.000 bandiere), sconfisse per 3-1 il Parma (con i gol di Totti, Montella e Batistuta) dando il via all'irrefrenabile festa per il 3º scudetto (i festeggiamenti si protrassero per almeno una settimana, e nella celebrazione al Circo Massimo furono presenti quasi un milione di persone). Il titolo passò così sull'altra sponda della Capitale. Alla Lazio non bastarono, infatti, le 26 reti del capocannoniere Hernán Crespo. Proprio nell'ultima giornata di campionato la Juventus esonerò l'allenatore Ancelotti. La notizia dell'esonero venne comunicata all'allenatore nell'intervallo tra il primo ed il secondo tempo di Juventus-Atalanta, quando ormai con la Roma vincente per 2 reti a zero sul Parma era chiaro che il campionato sarebbe stato vinto dalla compagine giallorossa.
Mentre il Parma conseguì una possibile qualificazione in Champions League che, come due anni prima, non seppe poi sfruttare, a Milano si assistette ad un'annata grigia che portò le due squadre locali solo in zona UEFA. Se al Milan il presidente Silvio Berlusconi esonerò il tecnico dell'ultimo scudetto, Alberto Zaccheroni, dopo un'inopinata eliminazione europea, sul fronte interista si assistette ad un vero e proprio annus horribilis: se la stagione era partita con la clamorosa eliminazione in Champions da parte dei semisconosciuti svedesi dell'Helsingborg, che portò all'esonero di Marcello Lippi a favore di Marco Tardelli, la via crucis nerazzurra continuò attraverso il pesantissimo passivo di un 6-1 in Coppa Italia a Parma, l'esclusione anche dalla Coppa UEFA per mano degli ignoti spagnoli dell'Alavès che scatenò una feroce contestazione dei tifosi, ed infine l'umiliazione suprema di uno 0-6, ancor più bruciante perché subito nel derby.

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