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Storia Del Campionato Italiano Di Calcio - Stagione 1991-1992 (Racconto)

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Storia del Campionato Italiano di Calcio: Racconto della Stagione 1991-1992

Dopo il ciclo sacchiano, costellato di trionfi internazionali, il Milan di Berlusconi cominciò a mietere successi in serie anche in Italia. I rossoneri diedero avvio, in questa stagione, ad un dominio che si protrasse per un lustro e che rese il campionato spesso privo di interesse nelle zone alte, dati i vantaggi-record sulle inseguitrici. Il torneo iniziò il 1º settembre 1991 con diverse novità sulle panchine delle grandi: il Milan si affidò all'esordiente Fabio Capello, la Juventus, dopo il fiasco di Maifredi, tornò in mano a Giovanni Trapattoni e sulle panchine di Napoli ed Inter arrivarono rispettivamente Claudio Ranieri e Corrado Orrico, tecnici emergenti. La Sampdoria campione in carica invece mantenne Vujadin Boškov alla guida e, dopo i tentennamenti iniziali, si concentrò, nel corso della stagione, più che altro sulla Coppa dei Campioni, abbandonando ben presto le velleità di bis.
A Torino, il 15 settembre, si giocò subito un importante scontro diretto tra Juventus e Milan, che si concluse sull'1-1. Le due squadre furono le protagoniste d'inizio stagione, con Inter e Napoli leggermente staccate ad inseguire. I bianconeri, complice il rinvio di una gara degli uomini di Capello, balzarono in testa alla quinta giornata, ma persero 7 giorni dopo la vetta solitaria della classifica a favore del Napoli (vittorioso 4-1 ad Ascoli), a sua volta rimontato e superato successivamente da un Milan totalmente rigenerato rispetto alle fatiche della stagione precedente; la squadra, guidata dal bomber olandese Marco Van Basten strapazzò a San Siro lo stesso Napoli per 5-0 il 5 gennaio, escludendolo dalla lotta scudetto, che si ridusse poi a due sole squadre a causa del crollo dell'Inter nel girone di ritorno. I rossoneri vinsero il titolo d'inverno il 12 gennaio e chiusero, la domenica dopo, il giorne d'andata con tre punti più della Juventus, collezionando nella prima parte del torneo 29 punti su 34 disponibili, un record che sarebbe stato migliorato (31 punti su 34) ancora dal Milan l'anno seguente.
I rossoneri continuarono la corsa e si presentarono allo scontro diretto, il 9 febbraio, con 5 punti di vantaggio. Favoriti dall'1-1 finale, continuarono la loro fuga verso il titolo nei mesi a seguire. Il 5 aprile il Milan travolse per 5-1 la Sampdoria per un ideale passaggio di consegne. Lo scudetto ormai era solo questione di tempo e la matematica certezza arrivò al San Paolo di Napoli con due giornate d'anticipo, il 10 maggio.
Il Milan vinse il campionato rimanendo imbattuto, ripetendo l'impresa dal Perugia nella stagione 1978-1979 (che non vinse il campionato) e come non accadeva ad una vincitrice della Serie A dal 1922-1923, quando a vincere fu il Genoa. Per i rossoneri fu il dodicesimo scudetto, primo di una lunga serie nel decennio novanta.
Oltre alla conferma del Parma, sorprese il neopromosso Foggia dell'allenatore boemo Zdeněk Zeman, che chiuse al nono posto grazie ad un gioco altamente spettacolare. In zona Uefa un calendario favorevole aiutò la rincorsa della Roma, mentre rimasero clamorosamente escluse la Sampdoria campione uscente e, dopo 16 anni, un'Inter in crisi. Poco avvincente la lotta per evitare la retrocessione: con diverse giornate d'anticipo sulla fine del torneo retrocessero il Bari, un Verona in pieno sfascio tecnico e societario dopo un solo anno di permanenza in Serie A, la Cremonese e l'Ascoli.

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